Stitichezza o stipsi
La stipsi (o stitichezza) è uno dei disturbi gastrointestinali più comuni; è diffusa soprattutto tra le donne e tra i soggetti con più di 65 anni, ma anche le gestanti possono soffrirne, e il problema è anche frequente dopo il parto o dopo gli interventi chirurgici.
Tale malattia può avere diverse origini, in primis sedentarietà e cattiva alimentazione. A volte, invece, potrebbe trattarsi di altre patologie da indagare con l’aiuto del medico.
La prima distinzione che si può operare quando si parla di stipsi è tra:
● stitichezza occasionale: può essere causata da fattori alimentari, patologici oppure dal cambiamento delle proprie abitudini (per esempio in vacanza).
● stitichezza cronica: tale disturbo interessa circa il 20% della popolazione. Come abbiamo detto, nella stipsi cronica la difficoltà di evacuazione si protrae nel corso del tempo e le feci sono dure e difficili da espellere.
I sintomi
La stitichezza è caratterizzata da una frequenza di evacuazione inferiore alle tre volte la settimana, a cui si possono associare altri disturbi.
I sintomi più spesso riferiti da chi soffre di stipsi sono:
– difficoltà a evacuare
– sensazione di evacuazione incompleta
– eliminazione di feci dure o a palline (“caprine”)
– pesantezza e gonfiore addominale
– flatulenza e meteorismo
– dolore addominale, tipo crampi, e distensione addominale
– difficoltà abituale a svuotare l’intestino in modo completo
– eccessivo sforzo nella defecazione
– ricorso a manovre manuali o ausili tipo clisteri, supposte o lassativi, anche naturali, per evacuare
– mancanza di stimolo a evacuare.
Le cause
La stipsi, o stitichezza, può essere causata da uno scarso apporto di fibre nella dieta osservata o dallo scarso movimento fisico effettuato.
Esistono anche altre cause dovute a cambiamenti, anche momentanei, degli stili di vita, come l’invecchiamento, la gravidanza, il cambio di ambiente durante un viaggio.
Almeno il 50% delle donne in gravidanza soffre di stipsi. Questo è dovuto alle modificazioni ormonali proprie della gestazione. Uno dei principali responsabili di questo disturbo è il progesterone, che ha un’azione miorilassante – tesa a diminuire le contrazioni dell’utero nei primi 7-8 mesi di gravidanza – che però contribuisce anche a indurire e disidratare le feci, provocando stitichezza.
L’ingrossamento dell’utero con il passare delle settimane rende anch’esso più difficoltose le operazioni di evacuazione delle feci. Anche in questo caso una buona dieta a base di fibre e il consumo di almeno 2 litri d’acqua possono costituire un’efficace terapia anti stipsi.
La stipsi può essere anche conseguenza di altre patologie, come ad esempio la malattia di Parkinson o l’ictus, o può essere causata dall’uso di certi farmaci.
Cura
Il miglior trattamento e la miglior prevenzione contro la stitichezza consiste nel modificare lo stile di vita e il regime alimentare, senza prendere farmaci.
Se cambiare lo stile di vita non basta, che farmaci prendere contro la stitichezza? Il medico può prescrivere medicine che agiscono per ammorbidire le feci, anche se in generale si sconsiglia l’uso di lassativi, supposte e clisteri perché il colon potrebbe diventarne dipendente perdendo la sua tonicità. Se proprio necessario, meglio usarli per periodi limitati di tempo anche perché possono avere effetti collaterali come occlusione intestinale, meteorismo, coliche, diarrea e dolori addominali, problemi renali, disidratazione. Gli specialisti suggeriscono piuttosto l’assunzione di probiotici (fermenti lattici) e prebiotici (che favoriscono lo sviluppo di un’adeguata flora intestinale).